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LE CENERI VANNO NELL’UMIDO

L’invito di Dolomiti Ambiente: migliorano il compost, aiutano il biodigestore e riducono i conferimenti del rifiuto secco.

Il riscaldamento domestico per molti bellunesi è basato sulla stufa a legna. Così nella stagione fredda si ripropone il dubbio su quale tipo di rifiuto siano le ceneri e dove gettarle: secco o umido? Dolomiti Ambiente, la società che gestisce Rsu e Forsu bellunesi, invita i cittadini a considerarle rifiuto organico e come tale gettarlo nei contenitori dell’umido, sfruttarlo nel compostaggio domestico oppure come fertilizzante nel terreno del giardino.

Per Dolomiti Ambiente le ceneri sono una risorsa importante per migliorare le performance dell’umido, sia nella produzione di compost che nel funzionamento del biodigestore, una sorta di centrale che produce energia dalla fermentazione dei rifiuti organici. Nel primo caso la cenere aiuta il processo di ‘compostaggio’ assorbendo l’umidità e gli olii che inevitabilmente sono presenti nella frazione umida dei rifiuti. Nella ‘digestione’ anaerobica, invece, i resti di stufe e caminetti hanno l’effetto di migliorare l’efficienza e quindi la produzione di biogas, il combustibile della centrale entrata in funzione nell’ottobre scorso a Santa Giustina.

Inoltre, Dolomiti Ambiente fa notare che gettare le ceneri con l’umido anziché nei sacchetti della normale spazzatura indifferenziata, come molti erroneamente fanno, può far risparmiare le famiglie. Limitare il numero dei conferimenti di secco, infatti, significa ridurre la parte variabile nella tariffa dei rifiuti. Agli enti incaricati della raccolta (società, comuni o comunità montane) conferire una tonnellata di rifiuto secco costa 165 euro, mentre per l’umido si pagano mediamente 75 euro. Aver cura di mettere le ceneri nell’umido, quindi, è una buona pratica che aiuta tutta la comunità a pagare meno.

“Già nel 2011, in ogni caso – puntualizza Giuseppe De Biasi, presidente di Dolomiti Ambiente – le ceneri sono state considerate rifiuto organico e come tali conteggiate nel calcolo della tariffa, quindi senza alcuna variazione di costo”.

Alla questione economica si aggiungono poi problematiche di ordine sanitario. La dispersione delle ceneri durante lo scarico del secco nelle relative fosse potrebbe causare problemi di salubrità dell’ambiente di lavoro.