UMIDO, LA QUALITA’ FA RISPARMIARE
Migliora la qualità dell’umido, ma sono ancora troppi i sacchetti di plastica non biodegradabile utilizzati nella raccolta differenziata. Le periodiche analisi merceologiche condotte dai tecnici di Dolomiti Ambiente sui rifiuti conferiti all’impianto del Maserot mettono in luce una cattiva abitudine dura a morire, pur all’interno di un quadro di generale miglioramento nell’atteggiamento dei cittadini nel fare la raccolta differenziata. Troppo spesso vengono usati sacchetti di plastica non biodegradabile per raccogliere gli avanzi di cibo e tutta la parte organica delle Rsu.
I numeri dicono che per ogni tonnellata di rifiuto umido conferito, circa il 2,5% è formato da materiale di scarto non utilizzabile nel biodigestore e nella produzione di compost. Di questo scarto, l’80% del peso è dovuto a sacchetti di plastica non biodegradabile. “Questo significa – spiega il presidente di Dolomiti Ambiente Giuseppe Luigi De Biasi – che in una tonnellata di rifiuto umido troviamo circa 20 kg di sacchetti di plastica. Se si utilizzassero sacchetti in materiale biodegradabile, come prescrive tra l’altro anche la legge, si potrebbe ridurre sensibilmente la percentuale di scarto, permettendo di ridurre i costi di lavorazione e di conseguenza abbassare ulteriormente le tariffe, che già quest’anno prevedono uno sconto”.
La Provincia ha infatti autorizzato un ribasso medio di 5 euro a tonnellata per le tariffe di smaltimento della parte organica dei rifiuti ai bacini che conferiscono al Maserot, grazie al continuo miglioramento della qualità della differenziazione domestica, come conferma De Biasi: “l’umido che ci viene portato migliora continuamente. Funziona la collaborazione tra i soggetti coinvolti nella filiera: Dolomiti Ambiente, bacini di raccolta, comunità montane, comuni e soprattutto i cittadini, che negli anni hanno assunto sempre maggiore consapevolezza sul tema, dimostrando grande attenzione”.
Nel 2012 tutti i bacini che rientravano nelle tre fasce tra 75 e 85 euro a tonnellata scaleranno di una classe. Restano invariate invece le tariffe per gli enti di raccolta più virtuosi. Ponte Servizi e Bellunum nel 2012 pagheranno 65 euro per ogni tonnellata di rifiuto umido: “Per questi due enti, che conferiscono l’umido di qualità migliore – spiega De Biasi – non è stato purtroppo possibile abbassare ulteriormente la tariffa, perché è molto difficile scendere sotto la soglia “fisiologica” del 2,5% di scarto post-lavorazione. Una quota formata da tutti quei materiali non biodegradabili che finiscono nei sacchetti dell’umido più per distrazione che per effettivi errori nella raccolta”.
Un passo in avanti su questo fronte dovrà arrivare proprio da una maggiore attenzione sull’utilizzo dei sacchetti in mater-bi, materiale biodegradabile: il loro massiccio utilizzo permetterà di proseguire sulla strada del miglioramento della qualità dell’umido e di conseguenza, spiega De Biasi “ridurre i costi di lavorazione del materiale, permettendoci di avvicinare il nostro obiettivo a medio termine, ovvero portare a 60 euro il costo di smaltimento per tonnellata”.
L’utilizzo di sacchetti biodegradabili è inoltre previsto per legge e risponde anche ad un principio di economia, come conferma il presidente di Dolomiti Ambiente: “Un sacchetto di plastica, oltre che essere fuorilegge costa, al supermercato, 10 centesimi. Un analogo sacchetto in mater-bi invece costa solamente 0,4 centesimi. Calcolando un consumo medio di 100 sacchetti all’anno, una famiglia non spenderebbe mai più di 5 euro. Senza contare i benefici che poi si avrebbero nella tariffa”.